PAOLO LAPI: APPUNTI DI UN VIAGGIO IMMAGINARIO

Con caparbietà e con innata determinazione Paolo Lapi scrive 'appunti'. Racconta le molteplici tappe di un viaggio immaginario nella genuinità della natura, tra le maestose forme architettoniche suggerite dai paesi orientali, tra cattedrali, antiche moschee, sinagoghe, tramonti nel deserto.
Entriamo nella leggenda dell'instancabile santo viaggiatore, alimentata dalla fantasia di Emilio Salgari, capitano di lungo corso e scrittore. Arricchiamo la tavolozza dei colori più forti, di una grinta espressiva imponente, di tratti essenziali e atmosfere surreali e magiche.
Queste terre sconosciute, raggiunte varcando i confini della fantasia, sono per Paolo Lapi emblemi e traguardi della sua anima di clandestino e pirata. Ma dall'alto del suo vascello, deciso e sicuro come uno sciamano che legge il destino attraverso i segnali lanciati dalla forza della natura, Lapi punta alla terra ferma nei suoi viaggi tempestati e surriscaldati solo dalle più aride atmosfere equatoriali dell'Africa e del Sudamerica o dalle contrapposte bianche distese artiche della Lapponia. Non ci sono nuvole all'orizzonte. Nessuna tempesta potrà contrastare la forza imperante della vita, con la determinazione di una nuova meta da raggiungere.
I cieli tersi, carichi di rossi e arancio, parlano di giorni felici, fotogrammi di viaggi vissuti nella fantasia, eppure colmi di grandi emozioni, delle suggestioni provate nell'incontrare paesaggi immensamente grandi, valori e tradizioni da scoprire, ricchi delle loro culture da ammirare, in silenzio, suggestionati e scossi in un unico grande brivido rivelatore e magico.
Affascinato dalle maestose movenze degli alberi, dai passi lenti degli animali, dalle elaborate stoffe degli abiti delle donne, dai villaggi che nascono oltre l'oasi nel deserto, rigogliosi e vivi, con i mercati - mosaico di suoni, colori e fragranze che accendono i sensi, Lapi corre con la sua sensibilità lungo i sentieri di queste terre per amalgamare e infondere di un'impronta toscana ogni fotogramma del suo fantastico grand tour da riproporre come il più vero dei reportage di un fotografo in estasi.
"La Toscana è una fucina di suggerimenti continui - afferma Paolo Lapi - per il colore delle sue terre, dei suoi alberi, dei suoi fiumi e delle sue città. Penso al famoso colore rosa pisano, ai colori caldi di cittadine stupende come Volterra, San Gimignano, Siena e Arezzo, alle antiche torri, cattedrali e borghi, alle cittadine medievali, di una grandezza e fascino incredibile: a lei, alla mia Toscana, devo l'identità della mia arte, della mia armonia".
Un'armonia ricercata, perseguita, nella dissoluzione delle forme, a un passo dall'astrazione, dove il segno resta tuttavia riconoscibile, e il colore, grande protagonista nelle composizioni di Lapi, si accende di tonalità forti, estreme, che certo alla natura non appartengono.
Un desiderio di elevazione al di sopra dell'umanità e del quotidiano pervade le composizioni. Dalla vulnerabilità del suo occhio sensibile, Lapi mette a fuoco la vita, le emozioni, carica di nuovi toni e simbologie antiche il presente per rendere eterne e immortali le cose che lo circondano.
Fuori dal tempo e dentro la vita, proietta la propria immagine alla ricerca di una più grande identità, di una felicità comune e raggiungibile, nascosta e presente nei gesti più semplici della quotidianità, in ogni angolo della terra.
Simbologie primitive, dogmi e incastonature, sovrapposizioni e legami, immagini e tramonti, inchiodano e sbalordiscono, scuotono e rievocano ricordi comuni: risultato di una fusione della tecnica a riporto, con carta di litografia, garze, cotone e carta di riso.
Finestre affacciate sul mondo, da guardare e da respirare, sospinti da una brezza repentina che invita a riflettere, velocemente, per recepire ogni segnale, anche il più flebile, il più piccolo che ogni essere vivente deve saper riconoscere, circondato di tanta umana e sovrumana bellezza.

CRISTINA OLIVIERI

Livorno, agosto 2007